Onorevoli Colleghi! - L'ultima notizia eclatante di un'aggressione di un cane all'uomo risale all'11 aprile scorso, quando a Livorno un bambino di sette anni è stato azzannato dai due rottweiler del nonno riportando lesioni gravi alla testa e a un'ascella. A salvare il piccolo, che era entrato nel recinto dove erano custoditi i cani, è stata la madre, anche lei rimasta ferita, che è riuscita a strapparlo dalla presa dei due animali. Trasportato all'ospedale di Livorno, il bambino è stato sottoposto ad intervento chirurgico alla testa per ricostruire alcuni tessuti ed è stato giudicato guaribile in tre settimane. Di seguito si riportano altri casi similari.
      10 aprile 2007: a Vigatto, in provincia di Parma, una bambina di due anni viene azzannata da un cane nel tardo pomeriggio. La piccola è in gita con i genitori per trascorrere la giornata di festa. L'animale, un maschio meticcio di pastore fonnese che si trova con una femmina della stessa razza nel retro dell'esercizio, azzanna al cranio la bambina lacerandole il cuoio capelluto e provocandole una forte emorragia. La bimba, con lesioni giudicate gravi, viene trasferita in ospedale con un'ambulanza del 118.
      5 marzo 2007: a Bologna una donna viene aggredita da un pit bull mentre cerca di difendere il figlio di otto anni che a sua volta si è lanciato in soccorso del gatto preso di mira dai cani. Protagonista della brutta avventura è una donna polacca di trentanove anni, moglie del custode della facoltà di psicologia dell'università di Bologna, che viene azzannata alla gamba e al braccio.
      11 febbraio 2007: a Garbagnate Milanese un bambino di otto anni viene aggredito da un cane. Soccorso, è trasportato all'ospedale Niguarda di Milano dove viene sottoposto a un'operazione.

 

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      1o febbraio 2007: a Torino una bambina di undici anni di origine cingalese è assalita nel primo pomeriggio da un cane in una villa di Belgirate, sul Lago Maggiore. La piccola, trasportata al nosocomio torinese da un elicottero del 118, giunge in coma in ospedale per le gravi ferite riportate. A causa dell'aggressione la bambina subisce la quasi totale asportazione del cuoio capelluto. Presenta numerose ferite in tutto il corpo, in particolare al viso e al collo.
      11 maggio 2006: a Firenze un meticcio di taglia media, portato a spasso da un signore nei giardini di Scandicci, azzanna alla gola una bambina di 12 anni che tentava di accarezzarlo. La bambina, portata al pronto soccorso dell'ospedale pediatrico Meyer, è operata d'urgenza.
      4 maggio 2006: a Spini di Gardolo, in provincia di Trento, un rottweiler azzanna alla testa un bimbo di appena trenta mesi. Il piccolo viene trasportato al pronto soccorso dell'ospedale di Trento, dove viene medicato per ferite non gravi e viene dimesso.
      9 febbraio 2006: a Popoli (Pescara) una bambina di sei anni, mentre passeggia con i genitori nel centro della cittadina, viene aggredita al volto da un rottweiler di proprietà di un commerciante del luogo. La piccola è portata in ospedale, dove le vengono applicati venti punti di sutura.
      27 gennaio 2006: a Nuoro un anziano viene aggredito da un cane mentre passeggia per la centralissima piazza cittadina. Le lesioni riportate non sono particolarmente gravi.
      27 luglio 2005: a Piacenza un bimbo di origine macedone residente nella città viene azzannato da uno staffordshire terrier mentre passeggia in centro con la madre. Il piccolo, di cinque anni, riporta gravi lesioni al padiglione auricolare e al labbro inferiore. Ricoverato nel reparto di chirurgia plastica dell'ospedale Maggiore di Parma, subisce diversi interventi chirurgici per la ricostruzione di un orecchio.
      5 luglio 2005: a Macchia, un paese in provincia di Catania, un bambino di undici anni viene aggredito da un pit bull sfuggito al controllo del proprietario. Il bambino sta percorrendo una strada in bicicletta quando viene azzannato dall'animale uscito da una villa vicina. Trasportato all'ospedale di Giarre, al bambino sono riscontrate ferite alle spalle, al braccio e al ginocchio, per la cui gravità i medici lo trasferiscono all'ospedale Cannizzaro di Catania.
      23 febbraio 2004: un pit bull azzanna il suo padrone e un altro cane nei pressi della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. L'animale viene ucciso dagli agenti della polizia, arrivati sul posto.
      5 agosto 2004: una donna viene aggredita alla gola da un alano, nel giardino della sua casa a Casarza Ligure.
      6 dicembre 2003: a Olbia un rottweiler aggredisce due donne, una delle quali incinta, nel centro della cittadina. Il cane, dopo aver infierito sulla cagnetta tenuta al guinzaglio da una delle due donne, si avventa sulla padrona e poi sulla sua amica, procurando loro escoriazioni e ferite.
      21 settembre 2003: a Milano un uomo di cinquanta anni che sta lavorando in un laboratorio situato nella periferia nord-est della città, viene attaccato da un rottweiler e da due bulldog liberati per una passeggiata dal padrone di una vicina carrozzeria.
      16 settembre 2003: a Cefalù, località balneare in provincia di Palermo, una casalinga di quarantasette anni viene aggredita da un pit bull. Il cane tenta poi di aggredire il suo padrone, ma è immobilizzato dai carabinieri giunti sul posto.
      8 settembre 2003: a Torino un bambino viene assalito da un pit bull sfuggito alla sua padrona e resta ferito gravemente al volto.
      6 agosto 2003: a Padova una donna di Villafranca viene azzannata da due pit bull mentre sta facendo footing con un'amica. Riesce a fuggire e riporta soltanto ferite lievi.
      13 luglio 2003: a Milano un pit bull, lasciato senza guinzaglio dal suo proprietario, aggredisce e ferisce al volto una donna di sessantanove anni che sta rientrando in casa.
      24 agosto 2002: a Frosinone due cani randagi riducono in fin di vita una bambina di nove anni che si era avvicinata a
 

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quelli che sembravano due cuccioloni. Azzannata e quasi sbranata, la bimba rimane per strada con il corpo insanguinato. Trasportata a Roma, dove viene operata, si salva miracolosamente.
      5 ottobre 2002: a Roma un pit bull si scaglia contro un motociclista con cui il proprio padrone stava litigando per motivi di viabilità.
      6 novembre 2002: una bambina di tre anni viene aggredita dal pit bull di un vicino di casa mentre esce dalla sua abitazione insieme alla madre. La piccola, azzannata all'addome e al volto, viene ricoverata in prognosi riservata e, dopo alcuni giorni, inizia a migliorare.
      4 novembre 2002: ad una giovane di Reggio-Emilia viene staccato un labbro da un pit bull. La donna sta facendo jogging quando il cane la comincia a inseguire e l'attacca. Si salva solo grazie al provvidenziale intervento del padrone dell'animale, che viene denunciato perché il cane è recidivo; nei mesi precedenti, infatti, aveva assalito, sempre nei pressi di Reggio-Emilia, un carabiniere.
      19 novembre 2002: una bimba di cinque anni viene aggredita a Catania dal mastino napoletano con cui era cresciuta, riportando ferite alle gambe e alla testa. La madre della piccola, sottoposta poi a un delicato intervento chirurgico, dichiara: «Gliela abbiamo dovuta strappare dalle zampe».
      Questi e altri più recenti drammatici avvenimenti dimostrano l'urgenza di una riflessione ai più alti e qualificati livelli istituzionali sul rapporto uomo-cane e su quali possano essere le risposte normative più efficaci per garantire ogni prevenzione possibile rispetto alle aggressioni, talvolta con fatali conseguenze, di cani potenzialmente pericolosi nei confronti dell'uomo.
      L'ordinanza del Ministro della salute 12 dicembre 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 10 del 13 gennaio 2007, pur rappresentando un valido strumento di prevenzione sotto molti aspetti, presenta tuttavia dei limiti soprattutto dovuti alla natura di tale strumento giuridico.
      Infatti, l'ordinanza ministeriale è uno strumento giuridico che disciplina la presenza del cane nei luoghi pubblici, espressamente «a tutela dell'incolumità pubblica». Pertanto, essa trova piena applicazione nei luoghi pubblici, ma risulta del tutto inadeguata in quelli privati, fra le pareti di casa o entro i confini di un giardino privato: l'obbligo contenuto nel provvedimento ministeriale di «vigilare con particolare attenzione» sulle razze di cani elencate nell'ordinanza si riduce a poco più che una raccomandazione in mancanza di una concreta attività di educazione e di prevenzione che coinvolga direttamente i proprietari degli animali.
      Un primo importante approccio, nel redigere la presente proposta di legge, riguarda il criterio assunto nella determinazione di quali possano essere i «cani potenzialmente pericolosi»: da un lato un approccio più legato alla reale situazione oggettiva è dovuto all'esame dell'ordinanza richiamata, che considerava pericolose le razze comprese in elenchi precisi (circa 100) e che successivamente furono ridotte a 18; d'altro canto non si può ignorare che qualsiasi cane può diventare pericoloso per l'uomo, in determinate circostanze.
      Non si può, tuttavia, nemmeno ignorare che determinate razze, volutamente selezionate per esaltarne l'aggressività, sono significativamente più responsabili di episodi di aggressione rispetto ad altre, non solo in Italia ma anche all'estero, tanto da essere soggette a particolari limitazioni nella quasi totalità dei Paesi di area comunitaria, né si può sottovalutare la componente «umana» ovvero il rapporto tra il padrone e il cane, spesso volto ad accrescere l'aggressività dell'animale o incapace di dominarne gli istinti.
      Per questi motivi è parso opportuno distinguere fra le razze più a rischio di aggressione, in linea con la normativa dei Paesi comunitari, e quelle «potenzialmente pericolose», che saranno individuate con un apposito intervento ministeriale, valicando il criterio della razza di appartenenza, per introdurre il concetto fisico dell'ampiezza o potenza mandibolari tali da provocare morte o lesioni a persone o ad altri animali e danni alle cose, unitamente
 

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alla valutazione del carattere del singolo animale.
      La responsabilizzazione del padrone, detentore del cane, è lo strumento più idoneo per garantire che il rapporto uomo-animale sia corretto e rispondente alla sicura convivenza e alla prevenzione di episodi di aggressione canina, stabilendo comunque delle regole tali da arginare quanto più possibile l'aggressione, anche nelle circostanze in cui il detentore del cane non possa intervenire, ad esempio in caso di fuga dell'animale.
      Altro punto importante è l'introduzione di appositi registri di tali cani potenzialmente pericolosi, subordinata all'ottenimento di una licenza alla detenzione che potrà essere rilasciata solo dopo certificazione d'idoneità a detenere un cane potenzialmente pericoloso.
      All'articolo 1 della presente proposta di legge si definiscono quali cani debbano essere considerati «potenzialmente pericolosi», prevedendo che il Ministro della salute rediga l'apposito Elenco, tenuto conto dell'effettiva pericolosità dell'animale.
      All'articolo 2 si pongono particolari restrizioni all'ingresso in Italia di cani appartenenti alle razze bullmastiff, dobermann, dogo argentino, dogue de Bordeaux, fila brazileiro, mastino napoletano, pit bull, perro da presa canario, rottweiler, staffordshire e japanese tosa e loro incroci, in linea con le normative dei Paesi comunitari e con la maggioranza dei Paesi non comunitari.
      All'articolo 3 si dettano le norme relative all'allevamento e all'addestramento di tali cani, con l'espresso divieto di incrociare le razze di cui all'articolo 2 tra loro o con altre. Si prevedono limiti alle attività di addestramento e di allevamento, consentendole solo in centri autorizzati e registrati. Si subordina la riproduzione al superamento di test comportamentali idonei ad escludere tendenze aggressive negli animali.
      All'articolo 4 si stabiliscono le norme relative alla detenzione di tali cani: ottenimento della licenza, divieto di accesso ai luoghi pubblici per le razze di cui all'articolo 2, uso di guinzaglio e di museruola, impossibilità di condurre il cane per i minori o per chi è sprovvisto di licenza, adeguate strutture di ricovero e di recinzione atte a impedire la fuga del cane, adeguate segnalazioni all'esterno delle stesse.
      All'articolo 5 si istituiscono i Registri comunali dei detentori di razze canine potenzialmente pericolose e si stabiliscono i criteri per l'ottenimento dell'apposita licenza amministrativa, ovvero: certificazione della sicurezza del luogo in cui il cane può muoversi senza accompagnatore, maggiore età e capacità del detentore, assenza di condanne per particolari reati, assenza di precedenti condanne per infrazione alle disposizioni sul possesso di animali, certificato di attitudine psicologica e sottoscrizione di un'assicurazione.
      All'articolo 6 si prevede la possibilità di ricorrere alla sterilizzazione o alla soppressione del cane, in casi di aggressività non risolvibile.
      All'articolo 7 sono individuate le infrazioni distinte in lievi, gravi e molto gravi.
      All'articolo 8 sono determinate le sanzioni amministrative.
      All'articolo 9 si fissano i criteri per la gradualità delle sanzioni.
      All'articolo 10 si prevedono, per le infrazioni più gravi, anche sanzioni penali.
      All'articolo 11 si sancisce la non esclusione delle sanzioni penali correlate alle infrazioni e la non incidenza delle stesse sulla determinazione del danno subito da terzi.
      All'articolo 12 si individuano gli organi competenti alla vigilanza e all'accertamento delle violazioni della legge.
      All'articolo 13 si disciplinano le modalità per il ricorso avverso le sanzioni previste dalla legge.
      All'articolo 14 si prevede la custodia degli animali, anche in via precauzionale o per la tutela degli animali medesimi.
      All'articolo 15 si istituisce l'Elenco delle razze canine potenzialmente pericolose, con la previsione della sua periodica revisione.
      All'articolo 16 si disciplina l'adozione dei regolamenti attuativi per quanto riguarda le competenze regionali e l'entrata in vigore della legge.
 

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